La tradizione bergamasca dei "Biligòcc"
La tradizione bergamasca dei "Biligòcc" nasce dalla necessità della comunità contadina di sostenersi con i frutti della sua terra. Soprattutto in tempo di guerra erano molte le famiglie che ricavavano dalla vendita delle gustose castagne, affumicate e bollite, i mezzi per sfamarsi. Nella frazione di Poscante, in particolare nelle contrade di Castegnone, Ripa e Alte Marie, i boschi di castagno erano floridi e produttivi e fra le case sorgevano i "secadùr", gli affumicatoi per la preparazione dei Biligòcc (le castagne affumicate). Con sacchi di juta colmi si partiva verso la pianura, per barattare le castagne con granoturco, frumento e patate o, nel migliore dei casi, per guadagnare qualche soldo. La ricetta è semplice e genuina, senza conservanti ed additivi ma ricca del potere "nutritivo", dell'esperienza e della pazienza. Il "secadùr" è più di una tradizione: ancora oggi quel piccolo edificio in pietra è indispensabile per ottenere le profumatissime castagne chiamate Biligòcc. Nella parte superiore della struttura, di circa due metri dal suolo, c'è una fitta griglia in legno di castagno dove vengono adagiate le castagne fresche di raccolta. A terra viene preparato il fuoco, rigorosamente con legna di castagno che produce il fumo in cui i frutti resteranno avvolti per ventidue giorni, protetti dalla cura e dai costanti controlli. Ancora tre giorni nel "secadùr" e le castagne sono pronte per la bollitura: un passaggio in acqua fredda per "raggrinzirle" a dovere. Il tocco finale è un goccio d'olio per lucidarle, quanto basta per far bella mostra di sè nei mercati e nelle fiere bergamasche. La meraviglia di questa tradizione vive nel cuore di tutti gli abitanti e nei visitatori: profumi, colori e tanta storia in un semplice frutto. Vi aspettiamo in occasione della sagra dei Biligòcc domenica 17 novembre 2024 dalle ore 10 alle 18.
I “Biligòcc” domenica 17 Novembre 2024 una giornata a Zogno nella contrada di Castegnone di Poscante:
Dalle ore 10,00 alle 18,00 mercatino dei prodotti locali e della Bergamasca , i residenti per l’occasione aprono le loro abitazioni e mostrano ai turisti alcuni loro edifici ambientandoli con preziosi oggetti rurali ai più sconosciuti. Un appuntamento particolare con la visita guidata per conoscere come si facevano i Biligòcc con la preziosa collaborazione della Rina e la disponibilità del secadur della Palmina e di quello del Giovanni. Un' appuntamento alla riscoperta dei sapori di una volta con i Biligòcc ma anche con assaggio dei prodotti tipici della Val Brembana e della Bergamasca.... ma anche antichi mestieri con percorso itinerante nel bel borgo di Castegnone e l'esposizione di vari ambienti: la camera da letto, la cucina con il camino, le cantine di Siltèr, i lavori domestici, la quotidiana lotta per la sopravvivenza, per le quali i modesti ma preziosi attrezzi frutto dell'ingegno e dell'esperienza, costituivano un aiuto non trascurabile sulla strada del miglioramento della loro vita. Visita alla “casa” dei Biligòcc La visita guidata al secadur ha fatto riscoprire la tecnica laboriosa del procedimento dell'essicazione delle castagne.. i Biligòcc. Alle ore 14,00 vista guidata al “Secadur” dove si producono i “Biligòcc” con la presenza di un “Maestro” della tradizione che ci introdurrà nel mondo delle prelibatissime castagne affumicate e ci svelerà i segreti che si tramandano da generazioni. L’appuntamento vedrà anche la presenza delle associazioni e dei volontari e amici di Castegnone ma soprattutto degli abitanti della contrada e delle bravissime donne di Castegnone. Breve cenno sui “Biligòcc”: La sagra dei “Biligòcc”, castagne essiccate e poi affumicate con un particolare e laborioso procedimento, avveniva a Bergamo in concomitanza alla Festa di San Mauro (15 Gennaio). La patria dei “Biligòcc” e’ stata da sempre considerata Castegnone (contrada della frazione Poscante in Comune di Zogno). Caratteristica è la vendita di queste particolari castagne, infatti i “Biligòcc” vengono offerti oltre che sfusi (tradizione Brembana) anche in forma di lunghe collane simpatiche e molto decorative (tradizione Seriana). Grazie al paziente e prezioso lavoro dei residenti di Castegnone anche quest'anno saranno presenti sui banchetti i Biligòcc....pronti per essere gustati. L'accesso alla contrada avverrà solo tramite navetta bus gratuita Iniziativa realizzata dalla U.S. Poscante e Amici di Castegnone. PARCHEGGIO PRESSO IL CAMPO SPORTIVO PREMIAZIONE DEL CONCORSO
Biligòcc "Emozioni e Colori d'Autunno"
Essiccare le castagne,un'arte antica
TESTI E FOTOGRAFIA Dl STEFANO D'ADDA - ACQUERELLI Dl MARCO DUSATTI ( tratto da Orobie). Nonostante l'apparenza le castagne sono frutti facilmente deperibili. Bene lo sanno i castanicoltori, che da tempo immemore hanno escogitato tutta una serie di attenzioni, metodi e tecniche per conservarle e poterle così consumare o vendere anche molti mesi dopo la raccolta. La conservazione contempla tradizionalmente due soluzioni: il mantenimento del frutto allo stato fresco o la sua essiccazione. Alla prima appartengono le tecniche della ricciaia e della novena, antichissime e ambedue basate sull'innesco di fermentazioni naturali, che agiscono da conservante, alla seconda i vari modi per ridurre il quantitativo d'acqua presente nel frutto, che costituisce il principale agente del loro deperimento. Il modo più semplice per essiccare le castagne è quello di fargli prendere aria: in caso di piccoli impianti e ridotte produzioni si usa tutt'oggi porre i frutti su balconi
protetti dalle intemperie o su solai arieggiati. La tecnica più diffusa contempla, invece, la presenza di specifiche strutture, gli essiccatoi (o seccatoi), che a seconda dei luoghi e della tradizione, oltre che della dimensione delle selve, sono collocati. all'interno della casa o in apposite costruzioni. Nelle
zone castanicole l'essiccatoio era un tempo una struttura diffusissima.
Molte famiglie possedevano il proprio ma non era rara la condivisione
tra gruppi parentali o abitanti di intere contrade. Con il declino
dell'agricoltura montana, e con esso della povera castanicoltura di
sussistenza e di piccolo smercio, in gran parte sono andati persi o
sono stati convertiti ad altri usi. Quelli
rimasti, pur se spesso inattivi, costituiscono dunque preziose
testimonianze. Uno degli essiccatoi più semplici è quello ricavato nella
cappa del camino mediante la collocazione di una grata su cui le
castagne vengono gradualmenre asciugate dai caldi fumi di combustione.
Al vantaggio del duplice sfruttamento del fuoco domestico si
accompagna però la difficoltà di sfogo dei fumi, ostacolato dallo
strato di castagne, e lo spiacevole «condimento» dei cibi provocato
dalla caduta dei parassiti all'interno
delle pentole collocate sul fuoco. Analogo al precedente, ma capace di
maggiori volumi, è l'essiccatoio ricavato nel solaio o in una stanza
posta ai piano superioe della casa. Tappando lo sfogo principale della
canna fumaria e aprendone uno dilato; i fumi vengono deviati all'interno
di un locale dotato di soffitto graticciato oppure, più semplicemente,
all'interno di un cassettone con fondo analogamente costituito da un
graticcio. Gli essiccatoi per antonomasia sono pero quelli appositamente
concepiti e costruiti per essiccare le castagne. Si tratta di piccole
strutture a un solo vano inframmezzato da un graticcio ligneo, che
sorgono sia presso le case d'abitazione sia in forma sparsa e isolata
tra le selve. La seconda soluzione è spesso quella adottata, anche con
regolamenri e divieti, dopo accidentali e distruttivi incendi.
I «secadùr» di Castegnone
Castegnone è un grumo di case posto a monte di Poscante, frazione di Zogno, nota per essere la patria dei <<biligòc» le castagne essiccate e bollite che ancora oggi costituiscono un'icona di alcune importanti feste invernali. Pur se gli storici dicono che la contrada possa derivare il nome da «Cà Stignoni», è indubbia la stretta relazione tra l'erbol», il castagno, l'albero per antonomasia, e l'antico borgo. Una delle evidenze è data dalla presenza tra le case in pietra di almeno quattro «secadùr» delle castagne ben riconoscibili e due ancora funzionanti. Si tratta di piccoli edifici tipicamente dotati di due aperture con cui si accede al piano terreno, dove viene acceso il fuoco, mentre al piano superiore si trova il graticcio con i frutti. Come da antichissima tradizione il calore viene prodotto attraverso una combustione lenta e costante di legno e di scarti vegetali di castagno, quali ricci e bucce, appositamente conservati dall'anno precedente. L'essiccazione deve essere graduale e pertanto la «forza» del fuoco va calibrata in modo da evitare da un lato la tostatura e dall'altra il raffreddamento delle castagne. Il graticcio è formato da verghe di castagno, nocciolo o altro legno, in alcuni casi sostituite da reti metalliche, appositamente distanziate per consentire al calore e al fumo di salire senza far cadere i frutti anche quando questi hanno perso parte del loro volume .
Gli essicatoi di castagne a Castegnone di Poscante di Zogno.
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