Sapori & Cultura - Rassegna Culturale e Gastronomica
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La tradizione bergamasca dei "Biligòcc"

La tradizione bergamasca dei "Biligòcc" nasce dalla necessità della comunità contadina di sostenersi con i frutti della sua terra. Soprattutto in tempo di guerra erano molte le famiglie che ricavavano dalla vendita delle gustose castagne, affumicate e bollite, i mezzi per sfamarsi.  Nella frazione di Poscante, in particolare nelle contrade di Castegnone, Ripa e Alte Marie, i boschi di castagno erano floridi e produttivi e fra le case sorgevano i "secadùr", gli affumicatoi per la preparazione dei Biligòcc (le castagne affumicate). Con sacchi di juta colmi si partiva verso la pianura, per barattare le castagne con granoturco, frumento e patate o, nel migliore dei casi,  per guadagnare qualche soldo. La ricetta è semplice e genuina, senza conservanti ed additivi ma ricca del potere "nutritivo", dell'esperienza e della pazienza. Il "secadùr" è più di una tradizione: ancora oggi quel piccolo edificio in pietra è indispensabile per ottenere le profumatissime castagne chiamate Biligòcc. Nella parte superiore della struttura, di circa due metri dal suolo, c'è una fitta griglia in legno di castagno dove vengono adagiate le castagne fresche di raccolta. A terra viene preparato il fuoco, rigorosamente con legna di castagno che produce il fumo in cui i frutti resteranno avvolti per ventidue giorni, protetti dalla cura e dai costanti controlli. Ancora tre giorni nel "secadùr" e le castagne sono pronte per la bollitura: un passaggio in acqua fredda per "raggrinzirle" a dovere. Il tocco finale è un goccio d'olio per lucidarle, quanto basta per far bella mostra di sè nei mercati e nelle fiere bergamasche.  La meraviglia di questa tradizione vive nel cuore di tutti gli abitanti e nei visitatori: profumi, colori e tanta storia in un semplice frutto.

Vi aspettiamo in occasione della sagra dei Biligòcc a Castegnone di Poscante ( nel 2020 non sarà tenuta)



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CAUSA COVID LA MANIFESTAZIONE TIPICA A CASTEGNONE E' STATA RINVIATA AL PROSSIMO ANNO
Abbiamo programmato degli eventi contenuti e su prenotazione per tenere viva la tradizione

SABATO 24 Ottobre 2020 a Zogno nella contrada di Castegnone di Poscante
:


Dalle ore 17,00
Sapori&Saperi
Alla scoperta degli abbinamenti tra vino e castagne. Degustazione guidata.
Iniziativa realizzata dalla U.S. Poscante e Amici di Castegnone

DOMENICA 22 Novembre 2020 a Zogno nella contrada di Castegnone di Poscante:

Dalle ore 14.30 
Castagne&bambini
“Borgo di Castegnone: patria dei biligòcc” . Visita guidata per bambini alla scoperta del borgo e delle castagne.
Posti limitati, partecipazione gratuita su prenotazione.
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Essiccare le castagne,un'arte antica
TESTI E FOTOGRAFIA Dl STEFANO D'ADDA - ACQUERELLI Dl MARCO DUSATTI ( tratto da Orobie)
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Nonostante l'apparenza le castagne sono frutti facilmente deperibili. Bene lo sanno i castanicoltori, che da tempo immemore hanno escogitato tutta una serie di attenzioni, metodi e tecniche per conservarle e poterle così consumare o vendere anche molti mesi dopo la raccolta. La conservazione contempla tradizionalmente due soluzioni: il mantenimento del frutto allo stato fresco o la sua essiccazione. Alla prima appartengono le tecniche della ricciaia e della novena, antichissime e ambedue basate sull'innesco di fermentazioni naturali,  che agiscono da conservante, alla seconda i vari modi per ridurre il quantitativo d'acqua presente nel frutto, che costituisce il principale agente del loro deperimento. Il modo più semplice per essiccare le castagne è quello di fargli prendere aria: in caso di piccoli impianti e ridotte produzioni si usa tutt'oggi porre i frutti su balconi
protetti dalle intemperie o su solai arieggiati. La tecnica più diffusa contempla, invece, la presenza di
specifiche strutture, gli essiccatoi (o seccatoi), che a seconda dei luoghi e della tradizione, oltre che della dimensione delle selve, sono collocati. all'interno della casa o in apposite costruzioni.


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Nelle zone castanicole l'essiccatoio era un tempo una struttura diffusissima. Molte famiglie possedevano il proprio ma non era rara la condivisione tra gruppi parentali o abitanti di intere contrade. Con il declino dell'agricoltura montana, e con esso della povera castanicoltura di sussistenza e di piccolo smercio, in gran  parte sono andati persi o sono stati convertiti ad altri usi. Quelli rimasti, pur se spesso inattivi, costituiscono dunque preziose testimonianze. Uno degli essiccatoi più semplici è quello ricavato nella cappa del camino mediante la collocazione di una grata su cui le castagne vengono  gradualmenre asciugate dai caldi fumi di  combustione. Al vantaggio del duplice  sfruttamento del fuoco domestico si accompagna però la difficoltà di sfogo dei fumi, ostacolato  dallo strato di castagne, e lo spiacevole  «condimento» dei cibi provocato dalla caduta dei parassiti  all'interno delle pentole collocate sul fuoco. Analogo al precedente, ma capace di maggiori volumi, è l'essiccatoio ricavato nel solaio o in una stanza posta ai piano superioe della casa. Tappando lo sfogo principale della canna fumaria e aprendone uno dilato; i fumi vengono deviati all'interno di un locale dotato di soffitto graticciato oppure, più semplicemente, all'interno di un cassettone con fondo analogamente costituito da un graticcio. Gli essiccatoi per antonomasia sono pero quelli appositamente concepiti e costruiti per essiccare le castagne. Si tratta di piccole strutture a un solo vano inframmezzato da un graticcio ligneo, che sorgono sia presso le case d'abitazione sia in forma sparsa e isolata tra le selve. La seconda soluzione è spesso quella adottata, anche con regolamenri e divieti, dopo accidentali e distruttivi incendi.

I «secadùr» di Castegnone
Castegnone è un grumo di case posto a monte di Poscante, frazione di Zogno, nota per essere la patria dei <<biligòc» le castagne essiccate e bollite che ancora oggi costituiscono un'icona di alcune importanti feste invernali. Pur se gli storici dicono che la contrada possa derivare il nome da «Cà Stignoni», è indubbia la stretta relazione tra l'erbol», il castagno, l'albero per antono­masia, e l'antico borgo. Una delle evidenze è data dalla presenza tra le case in pietra di almeno  quattro «secadùr» delle castagne ben riconoscibili e due ancora funzionanti. Si tratta di piccoli edifici tipicamente dotati di due aperture con cui si accede al piano terreno, dove viene acceso il fuoco, mentre al piano superiore si trova il graticcio con i frutti. Come da antichissima tradizione il calore viene prodotto attraverso una combustione lenta e costante di legno e di scarti vegetali di castagno, quali ricci e bucce, apposi­tamente conservati dall'anno precedente. L'essiccazione deve essere graduale e pertanto la «forza» del fuoco va calibrata in modo da evitare da un lato la tostatura e dall'altra il raffreddamento delle castagne. Il graticcio è formato da verghe di castagno, nocciolo o altro legno, in alcuni casi sostituite da reti metalliche, appositamente distanziate per consentire al calore e al fumo di salire senza far cadere i frutti anche quando questi hanno perso parte del loro volume .
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Gli essicatoi di castagne a Castegnone di Poscante di Zogno.
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castegnone_2019-verticale.pdf








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